Il concetto di “bush” è iconico in Australia.
In generale, non ci si riferisce semplicemente a una zona forestale più o meno praticabile per escursionisti e naturalisti, ma a una vera e propria area scarsamente abitata, indipendentemente dalla vegetazione presente. Il “bush” in questo senso è qualcosa di unicamente australiano e il termine, coniato dai Romantici europei, indicava una Natura incontaminata molto diversa dai verdi paesaggi del vecchio continente familiari agli immigrati.
Il bush è speciale perché racchiude in sé una vena di pericolo, uno spirito ancestrale, indomabile e lontano dall’uomo moderno, ormai abituato alle comodità e alle sicurezze del denaro, che nulla può contro le avversità della Natura, dei suoi minuscoli animali mortali. Un concetto simile alla “wilderness” contro cui combatterono i coloni nelle terre americane, insomma.
Il termine viene anche usato per descrivere l”Outback“, ma di solito questa associazione coincide con le aree interne più aride e desertiche dell’Australia.
“Bush” si riferisce anche a qualsiasi regione scarsamente popolata al di fuori delle principali aree metropolitane, comprese le aree minerarie e agricole. Di conseguenza, non è insolito avere una cittadina nel deserto o a pochi centinaia di chilometri dal principale centro abitato (nuclei urbani di almeno 10.000 abitanti), denominata “il bush” dagli stessi media, o dal parlante comune.
Nel dibattito sull’identità nazionale, specialmente espresso nella letteratura Australiana a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900, nella pittura, così come nella musica popolare e nei film, il bush è diventato un concetto unicamente australiano e fortemente identitario.
Photo Credits: Andrea Messina
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